Siccità in Sicilia: parte il piano idrico

In arrivo la prima tranche di 92 milioni di euro destinati alla realizzazione di infrastrutture idriche prioritarie; intanto, continua ancora l'emergenza in particolare sul comparto agricolo

da uvadatavoladmin
siccità in sicilia

Un tempo tutto questo sarebbe stato descritto in un romanzo distopico invece, ormai da mesi, l’agricoltura siciliana continua a rimanere a secco. La siccità in Sicilia sta portando con sé una situazione ancora critica per cui si sta cercando di correre ai ripari in qualunque modo. Nei giorni scorsi c’è stato il via libera al primo stanziamento di 92 milioni di euro, una piccola parte rispetto a quelli previsti per l’intero piano idrico proposto dal Presidente regionale, Renato Schifani. La somma prevista, nel totale, sarà infatti di 1,6 miliardi di euro.

L’ok è arrivato dal ministero delle Infrastrutture, con a capo Matteo Salvini, che ha inserito le misure proposte da Schifani nel Piano nazionale per la sicurezza del settore idrico. Questo è quello che molto probabilmente si presenterà agli occhi dei presenti durante il G7 Agricoltura, che si terrà a Siracusa tra circa tre mesi, dal 21 al 29 settembre 2024.

Il piano regionale per l’emergenza siccità in Sicilia era stato presentato lo scorso febbraio dall’Osservatorio regionale sugli utilizzi idrici, istituito dal presidente Schifani, per gestire quella che appariva già come un’emergenza. Partita principalmente dalle province di Agrigento e Caltanissetta, la crisi idrica ad oggi sembra aggravarsi anche nella parte più orientale dell’Isola. 

siccità in sicilia

Particolare della cartina proposta dall’ISPRA (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale) sulla siccità in Italia

I primi interventi 

Con la prima tranche di denaro si partirà con il più oneroso tra gli interventi, definiti prioritari e classificati con classe “A”, e cioè con la realizzazione delle opere di automazione, controllo, modellazione e monitoraggio dell’infrastruttura idropotabile di sovrambito. Il costo stimato è di 50 milioni di euro; il finanziamento servirà quindi a modernizzare l’intera rete idrica sull’Isola, oltre a migliorare la gestione delle risorse idriche tramite tecnologie avanzate.

Un’altra componente (11,7 milioni di euro) servirà a realizzare un tratto di collegamento tra il serbatoio San Leo e il potabilizzatore di Gela. Il Consorzio di bonifica 9, invece, avrà a disposizione altre disponibilità economiche per due interventi urgenti. In primis, si procederà con la sostituzione di una condotta metallica nell’area interessata dal fiume Simeto, in località Ponte Barca a Paternò (CT). Successivamente, lo stesso Consorzio eseguirà lavori di manutenzione straordinaria del sistema di paratoie dello sbarramento Contrasto, sempre in provincia di Catania, per l’alimentazione del sistema irriguo. Per il primo saranno necessari 23,4 milioni di euro, per il secondo invece 48,8 milioni di euro. 

La situazione negli invasi si sta facendo sempre più preoccupante a causa della siccità in Sicilia.

La capienza, al momento, è al 25% del totale e per il mese di luglio non si prevedono buone notizie, vista la tendenza meteorologica. In tutto ciò, non si ferma il fenomeno della dispersione idrica, che interessa specialmente alcune zone dell’Isola, in cui si registrano perdite significative che si aggirano intorno al 50%. Stando ai dati pubblicati dalla Regione, la capienza totale nelle dighe siciliane è pari a 288,45 metri cubi. Una diminuzione dell’11,73% rispetto allo scorso mese e ancora più sostenuta se andiamo a vedere la capienza delle dighe siciliane a giugno 2023, quando erano presenti praticamente il doppio, 520,82 metri cubi.

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L’anomalia delle precipitazioni in Sicilia da giugno 2023 a maggio 2024 (Fonte: Regione Siciliana)

Ne ha parlato all’agenzia di stampa Adnkronos Salvo Cocina, Capo Dipartimento della Protezione Civile e Capo della cabina di regia per l’emergenza siccità in Sicilia. Cocina ha tracciato alcune linee programmatiche per l’intero comparto agricolo a partire dagli interventi, da effettuare entro l’estate, sulla ristrutturazione e il riutilizzo dei pozzi abbandonati e delle pompe di sollevamento. In un altro punto, invece, ha ricordato come l’estrazione dell’acqua dai pozzi comporti comunque un consumo non indifferente di energia, visto che con le piogge scarse degli ultimi mesi c’è bisogna di raccogliere l’acqua da profondità sempre maggiori. Tra le altre cose, Cocina ha spiegato che è in previsione anche un piano di potenziamento del parco autobotti pubbliche già in uso.

Si discute ancora sui dissalatori

Tra le misure più discusse c’è sicuramente quella dei dissalatori. Al centro del dibattito la riapertura dell’impianto di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento. Lo stabilimento aveva chiuso i battenti dodici anni fa, a causa dei costi di gestione ingenti, e da quel momento non sono mai stati effettuati lavori di manutenzione. Ora la Regione ha deciso di stanziare un milione di euro per la riapertura, anche se riemerge nuovamente la questione economica. Tra i critici anche chi pensa che, a fronte di un consumo energetico elevato non corrisponda un vero e proprio guadagno dal punto di vista dell’acqua di mare dissalata. Per gli impianti di Trapani e di Gela, invece, al momento non c’è nulla di nuovo all’orizzonte, entrambi in stato di abbandono. 

Sarebbero quattro, in previsione, le aperture di nuovi dissalatori in Sicilia, tutti costruiti sulle isole, in particolare quelle dell’Arcipelago delle Eolie (Stromboli, Panarea, Alicudi e Filicudi). Realtà, di fatto, totalmente diverse e più piccole per cui potrebbe esserci, facendo un bilancio sommario, un risparmio tra la situazione odierna, con il trasporto via mare delle autobotti, e la produzione autonoma con i nuovi impianti.

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A proposito della situazione agricola 

Adesso il rischio, come ha concluso il Capo dipartimento Cocina è che, nelle prossime settimane, aumentino in maniera irreparabile i problemi e soprattutto i danni per le aziende agricole. Della crisi nel mondo agricolo ha discusso anche il Presidente di Confcooperative Fedagripesca, Carlo Piccinini. “La siccità estrema che colpisce in questi giorni la Sicilia sta arrecando gravi danni al comparto agricolo, stimati già in 2,7 miliardi di euro, pari a un quarto del valore della produzione agricola regionale”. Piccinini è tornato poi a chiedere al Governo “un piano operativo per i risarcimenti, oltre a incentivi per sviluppare e implementare il sistema assicurativo agricolo”. Le irrigazioni, sulla scia di questa tendenza, saranno sempre meno assicurate nei prossimi mesi estivi, con il rischio di perdere parte delle produzioni tipiche del periodo, soprattutto per quelle di maturazione media e tardiva.

La Regione ha deciso fin da subito di correre ai ripari. La giunta regionale ha deciso, infatti, di chiedere prima al Ministero dell’Agricoltura e poi a livello europeo il riconoscimento delle “circostanze eccezionali”. Una mossa che, se andasse in porto, consentirebbe di ottenere alcune deroghe sulla politica agricola comune dell’Unione Europea. Inoltre, la stessa Giunta, ha stanziato altri 11 milioni di euro in favore delle aziende agricole. Gli imprenditori agricoli, singoli o associati, potranno richiedere il bonus a partire dal 25 luglio fino al 13 novembre di quest’anno.

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Il lago di Pergusa quasi del tutto prosciugato (Fonte: Ansa)

Intanto continua la fase siccitosa 

Le immagini e i video del lago di Pergusa praticamente prosciugato hanno ormai fatto il giro del mondo. Uno scenario catastrofico di cui ha scritto anche il Guardian in un pezzo in cui racconta la grave crisi che sta colpendo anche la pastorizia sicula. Lo scenario dipinto dal quotidiano britannico è tra i più tragici, con la Sicilia che entro il 2030, almeno per un terzo, sarà destinata a diventare un deserto, al pari della non lontane Tunisia e Libia, dall’altro lato della costa africana.

Silvio Detoma
©uvadatavola.com

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