Lo sanno bene purtroppo i viticoltori, i tripidi fanno spesso visita ai vigneti ad uva da tavola. Le specie che ritroviamo su vite sono il Drepanothrips reuteri, detto anche, non a caso “tripide della vite” e il Thrips tabaci, conosciuto come “tripide degli orti”.
Secondo il documento: “I fitofagi della vite in Sardegna” è possibile trovare nei vigneti anche il Thrips major e Thrips fuscipennis. Questi ultimi, assieme al tripide degli orti, non provocano danni di rilevanza economica ai vigneti. Sempre della stessa famiglia dei tripidi fa parte anche la Frankliniella occidentalis, ma di questo specifico tripide ci occuperemo in un articolo apposito.
Il Drepanothrips reuteri adulto è di colore giallo bruno (giallo-verdastro), mentre gli esemplari più giovani possiedono un colore giallastro. Le sue dimensioni sono inferiori rispetto agli altri tripidi, infatti la sua lunghezza massima raggiunge gli 0,7-0,8 mm.
Il Drepanothrips reuteri, detto anche tripide della vite, compare nei vigneti sin dalla fase di schiusura delle gemme. Le sue punture compromettono e rallentano la vegetazione ed i germogli.
CICLO BIOLOGICO
Produttori ed agronomi possono riscontrare la presenza del Drepanothrips reuteri nei vigneti fin dalla fase di schiusura delle gemme: proprio in questo particolare periodo, infatti, l’insetto attacca la vegetazione del vigneto danneggiandola. I tripidi, grazie al loro apparato boccale pungente e succhiatore si nutrono della linfa delle piante e le loro punture compromettono e rallentano lo sviluppo dei germogli. Questi insetti, inoltre, trovano nei giovani organi della vite il luogo più adatto per deporre le uova. Ogni femmina può deporre fino a 100 uova. Le forme giovani dell’insetto sono presenti principalmente in corrispondenza dell’apice dei germogli.
La femmina fecondata sverna sui ceppi (principalmente alla base dei tralci di un anno) e a primavera si sposta sui giovani germogli per nutrirsi e per deporre le uova all’interno delle nervature dei germogli e nell’epidermide delle foglie. Nel corso della stagione estiva, invece, le ovodeposizioni si concentrano sulle foglie apicali e sulle femminelle. La prima generazione si completa ai primi di giugno e, a seconda delle condizioni climatiche, possono susseguirsi anche 4 generazioni fino a settembre. Come detto, si tratta di un insetto molto piccolo che non è capace di percorrere attivamente grandi distanze. Tuttavia il vento può contribuire ad una sua diffusione nell’ambiente.
I DANNI SULLE PIANTE
Gli adulti di Drepanothrips reuteri, pur non coprendo grandi distanze, possiedono un’elevata mobilità e prediligono i germogli giovani. Le punture del tripide devitalizzano non solo le cellule punte direttamente, ma anche quelle limitrofe della foglia infestata e provocano la comparsa di necrosi brune, lacerazioni del lembo nella fase di distensione dei tessuti, accartocciamento delle foglie giovani, ritardi di crescita e deformazioni con germogli, che assumono una forma a “zigzag”. Alla base dei germogli colpiti dal tripide è facile scorgere dei segnetti, delle tacche necrotiche superficiali e suberificate, provocati dalle punture dell’apparato boccale o dall’ovodeposizione.
DANNI SUL GRAPPOLO
Anche il grappolo di uva colpito può presentare danni come necrosi brune nel luogo della puntura, rugginosità sia sulle bacche che su altri organi del grappolo. Inizialmente il danno è maggiormente visibile attorno al punto di inserzione del peduncolo, in un secondo momento la rugginosità diffonde sempre più.
Danni da tripide della vite in vigneto ad uva da tavola
CONTENIMENTO
Ovviamente il monitoraggio risulta fondamentale per capire il momento in cui diventa necessario intervenire chimicamente per contenere l’insetto. In genere il monitoraggio è eseguito mediante campionamento fogliare, con soglia di circa 2 o 4 tripidi per foglia, a seconda della diffusione. Ponendo la foglia in controluce, i tripidi sono visibili anche ad occhio nudo mentre si muovono sulla pagina inferiore (per evitare la luce diretta) delle giovani foglie di 4 – 5 cm. Alcune fonti riportano anche un monitoraggio degli adulti (assai poco diffuso nella pratica di ogni giorno) attraverso l’utilizzo di trappole cromotropiche blu.
Queste le sostanze ammesse nel disciplinare di difesa integrata della regione Puglia 2020.
Queste invece sono le sostanze ammesse dal disciplinare di produzionre integrata siciliano diffuso a fine 2019.
Recentemente alcune esperienze condotte in campo hanno mostrato che è possibile controllare con una certa efficacia l’insetto con l’acaro Amblyseius cucumeris e mediante l’utilizzo periodico di zeolite in polvere.
Autore: La Redazione
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