Le recenti condizioni climatiche, caratterizzate da periodi in cui si alternano basse ed alte temperature, potrebbero portare allo sviluppo di un disordine fisiologico della vite noto come “febbre di primavera” o “spring fever“.
Le piante colpite da tale disordine presentano foglie basali con decolorazioni che dapprima interessano i margini ed in seguito confluiscono all’interno verso la nervatura principale. Successivamente i margini delle foglie si arricciano verso l’alto, con conseguente necrosi delle stesse che, in casi gravi, potrebbero anche cadere.
Appena il clima diventa più caldo e meno variabile – generalmente prima della fioritura – le piante non sono più soggette a tale fenomeno. La febbre di primavera si manifesta soprattutto nelle primavere fredde e nuvolose e in vigneti in cui sono presenti elevati livelli di azoto, elemento che all’interno della pianta viene trasformato in composti di putrescina.
I sintomi della febbre di primavera somigliano a quelli della carenza di potassio, per cui questa fisiopatia a volte è indicata come “falsa carenza di potassio“. Il motivo per cui i sintomi sono simili potrebbe dipendere dal fatto che in entrambi i casi si verifica un accumulo eccessivo di putrescina nelle foglie. Tuttavia, la febbre di primavera e la carenza di potassio si manifestano in periodi diversi durante la stagione.
Come osservato in precedenza, i sintomi della febbre di primavera sono evidenti sulle foglie basali e di solito scompaiono alla fioritura, mentre quelli da carenza di potassio compaiono sulle foglie che si trovano a metà del germoglio, mai prima della fioritura e si estendono a foglie più giovani.
Alcuni rimedi per evitare la comparsa di tale fenomeno, che fortunatamente nei nostri vigneti non è molto frequente a differenza di altre parti del mondo come nella San Joaquin Valley (California), potrebbero essere la diminuzione delle concimazioni azotate e l’aumento del numero di gemme per pianta.
Autore: la Redazione
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