Uva da tavola in Cile, si stima un calo nel mercato

Tra i motivi un mancato rinnovamento varietale e la riduzione della superficie coltivata

da uvadatavoladmin
uva da tavola in cile

Il mercato dell’uva da tavola in Cile è in calo. A renderlo noto i dati riguardanti la campagna di commercializzazione 2023/2024 emessi dall’Ufficio per le politiche e gli studi del Ministero dell’Agricoltura cilena (ODEPA). Secondo quanti riportato, la flessione non riguarda solo i volumi prodotti, ma anche le esportazioni, che rispettivamente ammontano a 630mila tonnellate e 480mila tonnellate, con un calo stimato del 3,3% per entrambe.

Una delle cause va ricercata nelle condizioni climatiche anomale: le temperature più elevate registrate a inizio inverno e uno scarso accumulo di ore in freddo hanno infatti determinato una ripresa vegetativa disomogenea, con conseguenti scompensi fisiologici nella pianta ravvisabili in una disomogeneità di sviluppo nelle diverse fasi fenologiche, che ha comporta difficoltà nella gestione del vigneto almeno nella prima fase di raccolta. 

La campagna dell’uva da tavola in Cile, però, non è ancora conclusa e l’evolversi della stagione produttiva lascia comunque ipotizzare una ripresa

In linea generale, bisogna tuttavia considerare che i dati risentono di una situazione produttiva complessa. In Cile, infatti, da oltre dieci anni la superficie coltivata a uva da tavola è in calo (si è passati dai 53.851 ettari del 2011/2012 ai 39.931 ettari attuali), sia per via della concorrenza di altri Paesi competitor, in primis il Perù, sia per lo scarso rinnovamento varietale. Ancora oggi, la produzione è perlopiù rappresentata da varietà tradizionali come la Crimson, la Flame o la Red Globe e molti produttori hanno preferito virare su altre coltivazioni invece di investire in nuove varietà. 

uva da tavola in cile

La superficie coltivata a uva da tavola in Cile

La situazione nelle Regioni di produzione

A soffrire maggiormente la diminuzione delle superfici coltivate è la regione settentrionale di Atacama, a causa dei bassi prezzi di vendita corrisposti ai produttori e degli elevati costi di gestione, dalla manodopera al trasporto fino ai prodotti chimici. Il comparto dell’uva da tavola della regione deve inoltre affrontare la concorrenza dell’uva peruviana sul mercato statunitense, venduta a un prezzo inferiore sul mercato. Nella regione Metropolitana, invece, la superficie coltivata è diminuita del 22,5% nelle ultime tre campagne di commercializzazione. In questo territorio i produttori hanno deciso di sostituirne la coltivazione con colture più redditizie, come noci, ciliegie e agrumi. La regione a perdere maggiormente in superficie coltivata è comunque quella di O’Higgins che in tre anni ha perso il 31,9%, seguita da Valparaiso che ha perso il 21,1%.

La diminuzione della produzione di uva da tavola in Cile, secondo le stime del ministero, influirà anche sul consumo interno fresco del prodotto, che diminuirà del 2,9% raggiungendo le 156mila tonnellate. Un quantitativo che rappresenta soltanto il 25% circa della produzione commerciale. 

uva da tavola in cile

Superficie coltivata a uva da tavola regione per regione

L’uva cilena nel mondo

Gli Stati Uniti si confermano il principale mercato per le esportazioni di uva da tavola cilena, sebbene la tendenza sia quella di coltivare o importare nuove varietà. Nella campagna 2022/2023 gli USA hanno importato dal Cile 249.782 tonnellate, più della metà delle intere esportazioni di uva da tavola cilena. Segue il mercato cinese, dove nella scorsa campagna produttiva l’uva cilena esportata ha toccato quasi le 57mila tonnellate (l’11,5% delle esportazioni totali di uva cilena). I dati parziali per questa annata, però, stanno confermando una diminuzione del 40,2% a causa della produzione in discesa e di un ritardo nelle spedizioni. 

Una nuova varietà

Dallo scorso febbraio ha debuttato nel Paese sudamericano una nuova varietà, INIA-G4, nata dal lavoro congiunto tra l’Istituto di ricerca agricola e il consorzio Biofrutales e frutto di cinque stagioni di sperimentazioni. Un primo segnale di ammodernamento per un comparto fortemente legato a varietà tradizionali e sempre più alle prese con la forte concorrenza con il Perù e gli eventi estremi legati al cambiamento climatico.

Silvio Detoma
©uvadatavola.com

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