Uva da tavola in Messico, tra export e innovazione

Ultima tappa per il 2024 del World Grape Tour, il viaggio alla scoperta della viticoltura da tavola nel mondo: meta finale del tour il Messico che - con 16mila ettari di superficie vitata - destina quasi la totalità della sua produzione all’esportazione

da uvadatavoladmin

Ultima tappa per il 2024 del World Grape Tour, il viaggio alla scoperta del comparto dell’uva da tavola nel mondo. Per la meta finale del tour, ci siamo recati in Messico, una realtà che – con 16mila ettari di superficie vitata – destina quasi la totalità della sua produzione all’esportazione. 

In Messico, il comparto dell’uva da tavola continua a registrare un trend in crescita. Forte dell’accordo di libero scambio con Stati Uniti e Canada, stipulato agli inizi degli anni Novanta, nel tempo – infatti – il mercato si è ingrandito significativamente, favorendo la coltivazione dell’uva da tavola nazionale e ampliando in modo incisivo la produzione destinata all’exportMa come è organizzato oggi il comparto messicano dell’uva da tavola? In cosa si differenzia rispetto a quello italiano? Lo abbiamo chiesto a Germán Follmer, ingegnere agronomo e socio fondatore di Prokambium Consultores, società esperta in consulenza e soluzioni tecnico-produttive a livello internazionale, nell’ultimo numero del magazine.

Partiamo dalla terra: come si possono descrivere le principali zone vitivinicole del Messico?

Attualmente, in Messico sono circa 16mila gli ettari destinati alla coltivazione di uva da tavola. Di questi, 14mila si concentrano nello stato federato di Sonora (Immagine 1), che –  situato nella parte nord-occidentale del Paese – rappresenta il principale stato produttore del Messico, i restanti 2mila sono invece distribuiti in zone di produzione come Jalisco e altre in fase di sviluppo. All’interno dello stato di Sonora, i principali areali di coltivazione ricadono nelle zone costiere di Hermosillo, Pesqueira, Guaymas e Caborca, caratterizzati da un clima desertico semi-umido e condizioni pedoclimatiche ideali per la coltivazione di uva da tavola.
A livello complessivo, solo una piccola porzione della produzione di uva da tavola di Sonora viene riservata al mercato nazionale, mentre il 90% viene destinato all’esportazione. E questo sebbene la superficie di uva da tavola in produzione nello stato, sia rimasta pressoché stabile negli ultimi anni a causa della scarsità d’acqua che ne impedisce l’espansione. In compenso, proprio al fine di contrastare la carenza idrica, il Paese sta effettuando un graduale processo di rinnovamento varietale con l’introduzione di cultivar autorizzate, che permettono di ridurre i consumi d’acqua, pur garantendo rese maggiori per ettaro. 

uva da tavola in messico FIG

Le piante si adattano perfettamente alle condizioni locali. La raccolta di uva da tavola in Messico si effettua generalmente da maggio a luglio, partendo dalla zona di Guaymas – la regione più precoce – e concludendo con Caborca, la più tardiva. Oltre a Sonora, un’altra regione produttiva relativamente nuova, con alcune caratteristiche produttive diverse, è Jalisco. In questo areale, si utilizzano tecniche tipicamente impiegate per la gestione di colture tropicali, come la doppia potatura: una per la formazione del legno e l’altra per la produzione di frutti.

I numeri non sono precisi come quelli gestiti dall’Associazione dei produttori di Hermosillo, ma si stima una produzione di circa 4-5 milioni di casse da 8,2 kg. Più nel dettaglio, a seconda dell’areale di produzione, si ha la seguente distribuzione:

  • nella zona costiera di Hermosillo, San Miguel de Horcasitas e Carbo, vengono prodotte 14,3 milioni di casse (63%), di cui 2 milioni sono destinate al mercato nazionale;
  • l’area di Caborca produce invece 5,7 milioni di casse (25%), di cui 2,1 milioni per il mercato nazionale;
  • nei territori di Guaymas ed Empalme si arriva a una produzione pari a 2,6 milioni di casse (12%), di cui mezzo milione viene destinato al mercato nazionale.

uva da tavola in messico TAB

Com’è organizzata la produzione di uva da tavola in Messico? 

La realtà è varia, ma la produzione è concentrata prevalentemente nelle mani di produttori di medie dimensioni e alcuni gruppi che gestiscono grandi superfici. In generale, i produttori sono comunque pochi, essendo stata limitata la coltivazione di uva da tavola dalla disponibilità di acqua.

Dal punto di vista varietale, le principali cultivar coltivate in Messico sono Flame, Superior ed Early Sweet. D’altra parte, come si diceva, è in corso un intenso ricambio varietale che sta portando all’introduzione di nuove varietà genetiche che offrono maggiore fertilità, produttività, sapore e caratteristiche più appetibili per il mercato. Tra queste si distinguono Timpson™, Sweet Globe™, Sweet Celebration® e Cotton Candy™.

Quali sono le principali differenze tra la produzione di uva da tavola messicana e quella italiana?

A mio parere possiamo individuare tre differenze principali. 

  1. La prima riguarda la finestra commerciale: il mercato produttivo in Messico è orientato verso varietà precoci, con una finestra commerciale stretta che si colloca tra la fine della stagione cilena e l’inizio di quella statunitense, mentre i produttori italiani garantiscono un’offerta costante durante il periodo di raccolta che ricopre un intervallo di 6-7 mesi.
  2. La seconda fa riferimento al clima: a causa delle condizioni climatiche di Sonora, si coltivano varietà a crescita rapida, che si sviluppano in 100-120 giorni dal germogliamento. Queste condizioni impediscono di lasciare il frutto appeso a lungo, a causa delle alte temperature e delle piogge estive. Al contrario, in Italia, grazie all’utilizzo dei film plastici di copertura dei vigneti, si riesce a estendere il periodo di produzione, oltre che a ridurre i rischi climatici.
  3. In ultimo, una differenza importante è quella relativa al mercato: il commercio di uva da tavola messicano gode di una posizione privilegiata che, infatti, grazie alla vicinanza con il confine degli Stati Uniti (3-5 ore via terra), consente un facile export della merce verso il Nord America, al quale viene destinata la quasi totalità della produzione, garantendo una piazza sicura per l’uva messicana. 

Un aspetto in comune non solo con l’Italia, ma forse con tanti altri Paesi è invece la mancanza di manodopera specializzata. Nel Paese, questa carenza è legata soprattutto alla crescita di coltivazioni di bacche e avocado – soprattutto nelle aree più a Sud – che stanno attirando molti lavoratori, rendendo sempre più difficile trovare personale. 

Al momento, inoltre, non sono molti i processi automatizzati: oggi la maggior parte delle operazioni meccanizzate riguarda i trattamenti fitosanitari, mentre nei centri di confezionamento sono impiegate per la pesatura. In misura minore, alcuni produttori dispongono di sistemi di pallettizzazione automatizzata, ma senza dubbio non si può fare a meno di una certa disponibilità di manodopera. 

Tornando all’impostazione dei vigneti, quali sono le caratteristiche di un tipico impianto messicano?

In generale, il sistema di coltivazione tradizionale in Messico è a pergola, con una densità di impianto che varia tra 1.800 e 2.100 piante per ettaro, con una distanza media di 3,5 m tra le file. Un tipico vigneto messicano è dotato di una serie di strutture e infrastrutture che rendono più efficiente sia la raccolta che il post-raccolta dell’uva da tavola. I campi sono infatti dotati di:

  • installazioni per il controllo qualità;
  • magazzini per materiali, fertilizzanti e attrezzature;
  • pozzi;
  • bacini di accumulo;
  • celle frigorifere;
  • camere di fumigazione;
  • sistemi di irrigazione a pressione;
  • aree per trattamenti;
  • aree di confezionamento;
  • magazzini di agrochimici;
  • aree di riciclaggio;
  • generatori elettrici;
  • aree di carico/scarico;
  • officine meccaniche;
  • dormitori;
  • infermeria generale;
  • aree di responsabilità sociale;
  • mense;
  • scuola/asilo;
  • aree di svago.

Ad oggi, un vigneto messicano difficilmente prevede coperture in plastica, ancora poco diffuse nel Paese, nonostante alcuni produttori che le utilizzano ottengono frutti uniformi, una buona produzione e riescono ad anticipare la raccolta di 7-10 giorni, consentendo loro di ampliare il portafoglio di varietà di media stagione e ottenere migliori prezzi di mercato. 

Per quanto riguarda invece la gestione post-raccolta, essa inizia al momento della raccolta e continua fino alla vendita. Inizialmente, si separano i grappoli che non soddisfano i requisiti minimi di sanità e qualità. Una volta raggiunto il contenuto di solidi solubili desiderato, i grappoli vengono classificati per dimensione, così da garantire l’uniformità del prodotto, secondo le richieste dell’acquirente. Le uve vengono quindi conservate a una temperatura tra -1 e 0 °C con un’umidità del 90-95%, con circolazione d’aria nelle celle, e poi dirette alla destinazione finale.

uva da tavola in messico

A tal riguardo, quali sono i principali mercati di sbocco per l’uva da tavola messicana?

Generalmente, si producono 24 milioni di casse di uva da tavola che si concentrano in un periodo di 6 settimane, prima dell’inizio della stagione degli Stati Uniti, in modo da ottenere prezzi competitivi.

I principali mercati di destinazione sono Stati Uniti e Canada, ma il bacino si allarga con Giappone, Nuova Zelanda, Emirati Arabi, Australia, Spagna, Honduras, Ecuador, El Salvador, Guatemala e Bolivia.

In futuro, come anche sostenuto dall’Associazione Agricola Locale dei Produttori di Uva da Tavola del Messico (AALPUM), l’obiettivo è consolidare e ampliare la presenza dell’uva da tavola messicana nei principali mercati a livello globale. Il tutto puntando alla qualità, attraverso l’adozione di buone pratiche agronomiche e di produzione, necessarie a garantire la sicurezza alimentare e creare opportunità per il comparto e l’intera comunità messicana.

Ringraziamenti
Si ringraziano l’Associazione Agricola Locale dei Produttori di Uva da Tavola Messicana e Juan Pedro García, consulente per l’uva da tavola di Hermosillo.

 

Ilaria De Marinis
© uvadatavola.com

Articoli Correlati