Uva da tavola in Turchia: quali differenze?

Molto simile a quella italiana, la viticoltura turca è stata protagonista dell'ultima tappa del grape world tour di uvadatavola magazine

da uvadatavoladmin
uva da tavola turchia

Prosegue il viaggio alla volta dei Paesi produttori di uva da tavola. Per questa tappa del grape world tour ci siamo spostati in Turchia che, con una produzione media di poco superiore a 2 milioni di tonnellate e oltre 200 mila ettari coltivati, è oggi il primo Paese produttore nel Bacino Mediterraneo. 

Esclusa la Cina, che da sola produce quanto tutto il resto del mondo, a livello mondiale il Bacino del Mediterraneo rappresenta l’areale più importante per l’uva da tavola.

Qui, davanti a Egitto e Italia, a primeggiare è la Turchia, con una produzione media di poco superiore a 2 milioni di tonnellate e oltre 200 mila ettari coltivati. Molto simile a quella italiana, la viticoltura turca è stata protagonista dell’ultima tappa del grape world tour di uvadatavola magazine che approfondiamo in compagnia dell’ingegnere agronomo e produttore Ali Çelik. Specializzato in protezione delle piante e assistente di campo per le produzioni di uva da tavola, Çelik è anche titolare dell’azienda Çelik tarım zirai ilaç ve gübre – rivenditrice di prodotti fitosanitari e fertilizzanti – e dell’azienda agricola a conduzione familiare, che – sita nella regione di Alaşehir in Manisa – si estende su una superficie di 15 ettari e produce uva da tavola e uva destinata all’ottenimento di uva passa.

Quanta è la superficie coltivata ad uva da tavola in Turchia?

In Turchia la produzione comprende sia uva da tavola tradizionale che uva destinata all’ottenimento di uva passa. In entrambi i casi, le superfici destinate alla coltura si concentrano principalmente nelle regioni di Manisa, Izmir, Denizli e Mersin. Nel distretto di Manisa, la varietà più prodotta è la Sultanina seedless, destinata al consumo sia come uva da tavola che come uva passa. Poi, a seconda della regione, vengono coltivate Thompson seedless, Crimson seedless, Superior seedless (Sugraone), Red Globe, Antep Karası (a bacca nera) e Mevlana (a bacca verde). Accanto a queste, di recente è stata ottenuta la licenza per introdurre le varietà di uva Arra 15 e Arra 30 che a breve registreranno un significativo incremento produttivo.

uva da tavola in turchia

Quali sono le principali differenze tra la viticoltura turca e quella italiana?

Piccole differenze intercorrono a livello di sistema di allevamento e di irrigazione. Il principale sistema di allevamento adottato qui in Turchia è infatti quello con filo a V, sebbene in alcune regioni si preferisca il sistema a pergolato. Più nel dettaglio, nel caso di produzione di uva da tavola si adotta il sistema di allevamento a V a potatura mista, per cui si potano 4-5 tralci a 10-12 gemme; nel caso di uva destinata all’ottenimento di uva passa, invece, la stessa varietà viene potata in 6-7 tralci a 10-12 gemme seguendo un sistema di allevamento a V-wire.
Per quanto riguarda i sistemi di copertura, invece, come avviene in Italia, vengono utilizzati film plastici. Alcuni vigneti, inoltre, dispongono di una rete antigrandine, utile a proteggere le produzioni da pioggia, caldo e grandine.

Come è organizzata la realtà produttiva dell’uva da tavola in Turchia?

Generalmente la produzione viene svolta in proprio in aree di piccole e medie dimensioni. Naturalmente, la base individuale può comportare alcune difficoltà, in particolare nel riuscire a vendere bene il prodotto o nel trovare il mercato giusto di riferimento. Questo problema, però, è facilmente aggirato grazie a una pianificazione adeguata e alla presenza di diverse cooperative. Queste, in particolare, sono già molto diffuse per il comparto dell’uva passa e – visti i risultati – si sta cercando di ampliarne la presenza anche per la produzione di uva da tavola.
Un altro aspetto interessante della realtà produttiva turca è poi quello legato all’organizzazione del lavoro: diversamente da quanto avviene in altre realtà, qui gli agricoltori sono sempre supportati da ingegneri agrari e tecnici agricoli esperti che si affiancano a loro sul campo per individuare insieme le migliori strategie da adottare in vigneto. Un lavoro di squadra che quasi sempre garantisce risultati soddisfacenti, oltre che una buona gestione in campo.

Quali sono le tecnologie più innovative utilizzate dai coltivatori turchi?

In Turchia l’impiego di macchine per la viticoltura è abbastanza esteso. Solitamente per l’irrorazione vengono utilizzati atomizzatori di grandi dimensioni e nuove macchine elettrostatiche. Il controllo delle infestanti viene invece effettuato con falciatrici sensibili e macchine erbicide che permettono di non danneggiare la vite. Più innovativo è il controllo dell’irrigazione che, in alcune aziende, viene gestita attraverso sensori installati nel terreno. A tal proposito, in vigneto sono molto diffusi anche sistemi satellitari impiegati per misurare la salute delle piante, il valore di umidità e altri parametri. Strettamente collegata a questo è infine la concimazione che, sulla base dei dati ottenuti da satellite, avviene poi con macchine specifiche.

Come avviene la gestione in post-raccolta?

Per quanto riguarda la conservazione, l’uva da tavola viene tagliata e confezionata in condizioni adeguate durante e dopo la raccolta. L’uva passa, invece, viene conservata anche dopo la raccolta ed esportata nei paesi su richiesta. Il periodo di raccolta dell’uva da tavola solitamente va dal mese di luglio fino a novembre, a seconda della tenuta in pianta.
I nostri principali mercati di riferimento sono Germania, Inghilterra, Russia, Bielorussia, Ucraina, Polonia e alcuni paesi del Medio Oriente. 

Concludendo, qual è la tua visione per il futuro della viticoltura da tavola turca?

Per il futuro credo sarà indispensabile aumentare i metodi di controllo biologico, riducendo progressivamente l’uso di agrofarmaci. A fronte di nuove richieste di mercato e di nuovi supporti tecnologici, la sfida per noi tecnici e agricoltori è infatti continuare a produrre uva di qualità, rinnovandoci e aggiornandoci costantemente. Tutto questo, però, imparando sempre più a fare rete, unendo le conoscenze e le esperienze di tutti, al fine di conquistare insieme quell’unico obiettivo che è la produzione di un’uva buona, sana e performante sul mercato.

 

Ilaria De Marinis
© uvadatavola.com

Articoli Correlati