Uva Italia senza semi? Ci provano i ricercatori del CREA di Turi

da Redazione uvadatavola.com

L’obiettivo del progetto BioTech? Ottenere, tra tre anni, un clone di cv Italia senza semi.

L’uva Italia è il fiore all’occhiello della viticoltura da tavola italiana, inconfondibile per il sapore di moscato, la consistenza morbida della polpa e la croccantezza della buccia. Un’uva dal sapore inconfondibile, ma che perde mercato di anno in anno a causa del fatto che sempre più consumatori preferiscono uve senza semi.

Impegnati nel progetto di ricerca BioTech, paritto già da qualche anno e finanziato dal Mipaaft, ci sono i breeder del Crea -Viticoltura ed Enologia- di Turi (Ba): Carlo Bergamini e Maria Francesca Cardone, che proseguono gli studi di Donato Antonacci.


Il progetto prevede, entro i prossimi tre anni, l’ottenimento di un clone di
Italia apirene, al momento si è ancora in una fase iniziale e si lavora in laboratorio, successivamente si passerà a lavorare “in vaso“.

Per ottenere il clone in tempi così ristretti i ricercatori adopererenno nuove tecnologie grazie alle quali, per mezzo della poteina CRISPR/Cas9 è possibile “spegnere” alcuni geni impedendo così la trasmissione delle informazioni che determinano l’insorgenza del seme. La cultivar che si otterrebbe, quindi, non sarà OGM, ma il risultato di “mutazioni positive”.

 

Autore: La Redazione

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