Uva: nuovi genotipi, più proprietà benefiche

Uno studio indaga la relazione tra attività antiossidante e antitumorale e profilo fenolico di nuovi genotipi di uva da tavola pugliese

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Presto protagonista delle tavole imbandite per le feste, l’uva da tavola, com’è noto, oltre a essere buona, è anche salutare. Ricca di polifenoli e metaboliti vegetali secondari, l’uva da tavola presenta innumerevoli proprietà benefiche per la salute, tra cui attività antiossidanti, antiaterogene, antitrombotiche, antimicrobiche e antinfiammatorie.

A tal proposito uno studio condotto da un team di ricercatori italiani, attraverso un programma di selezione condotto sul territorio, ha valutato la composizione fenolica, le attività antiossidanti e antiproliferative di nove nuovi genotipi di uva da tavola, al fine di esplorare la relazione tra la composizione fenolica di queste nuove varietà e le loro attività antiossidanti e antitumorali.

Sono sempre di più infatti i programmi di selezione che – oltre a indagare la resistenza agli agenti patogeni e l’adattamento ai cambiamenti climatici – si concentrano sulla qualità nutrizionale dei frutti, centrale anche in virtù del crescente interesse da parte dei consumatori per il legame alimentazione e salute. Al contrario, ancora limitati risultano gli studi sulla composizione fenolica e sugli effetti benefici dell’uva da tavola sulla salute.

Di qui il lavoro di un team di ricercatori volto ad analizzare la correlazione tra attività antiossidante e antitumorale e profilo fenolico di nuovi genotipi di uva da tavola pugliese.

L’uva rappresenta infatti una fonte significativa di polifenoli che, oltre ad agire come potenti antiossidanti, possono influenzare positivamente la salute attraverso meccanismi multi-bersaglio, interagendo con sistemi enzimatici cruciali. Inoltre, secondo alcuni studi possono avere effetti antitumorali, inibendo la proliferazione cellulare e inducendo apoptosi nelle cellule tumorali.

Come riportato nello studio, il genotipo influenza fortemente la composizione polifenolica dell’uva e, di conseguenza, la qualità nutrizionale degli acini. Nel corso delle ricerche, gli esperti hanno quindi puntato a caratterizzare la composizione fenolica, l’attività antiossidante e antitumorale degli estratti di buccia dell’uva (GSE) di nove nuovi genotipi di uva da tavola selezionati da un programma di selezione per ottenere nuove cultivar di uva da tavola senza semi, ben adattate al cambiamento climatico e con proprietà nutraceutiche più elevate. Il profilo polifenolico dell’uva è stato caratterizzato mediante analisi di cromatografia liquida ad altissima prestazione/spettrometria di massa a tempo di volo e quadrupolo. L’attività antiossidante del GSE è stata determinata mediante i test ABTS, DPPH e ORAC; Il test di inibizione della crescita cellulare GSE è stato effettuato sulla linea cellulare tumorale umana Caco2. I nove GSE hanno presentato diversi profili flavonoidi e non flavonoidi e un’attività antiossidante, con “Aika N.”, “Turese N.” e “Egnatia N.” il più attivo. Come attività antitumorale contro la linea cellulare tumorale testata, “Daunia N.” e “Apenestae N.” hanno mostrato un EC50 dopo 24 ore rispettivamente di 35,60 µg/mL e 150,91 µg/mL. È stata inoltre studiata la relazione tra il profilo polifenolico e l’attività antiossidante e antitumorale del GSE.

nuovi genotipi uva

Nove nuovi genotipi di uva senza semi, ‘Aika N.’, ‘Apenestae N.’, ‘Appia N.’, ‘Daunia N.’, ‘Egnatia N.’, ‘Maula N.’, ‘Murex N.’, ‘Netium N.’, ‘Turese N.’, selezionato da un programma di allevamento effettuato presso il CREA-Centro Ricerche per la Viticoltura e l’Enologia di Turi (BA).

Stando a quanto emerso, tra le diverse classi di polifenoli, flavan-3-oli e proantocianidine hanno mostrato la più alta correlazione positiva con l’attività antitumorale degli estratti.

I risultati ottenuti potrebbero ora portare a ulteriori studi in vitro e in vivo a conferma degli effetti antiossidanti e antiproliferativi dell’uva da tavola.

Nonostante gli aspetti da considerare siano molteplici, lo studio ha permesso di comprendere meglio la relazione struttura-attività dei composti fenolici che – se ben sfruttata – potrebbe avere molteplici ricadute positive in ambito genetico, all’interno dei programmi di selezione; tecnico- produttivo, favorendo la coltivazione di varietà di uva con benefici per la salute più significativi; commerciale, fornendo ai consumatori varietà di uva con alto valore nutraceutico e persino medico, consentendo agli scienziati di sviluppare nuove terapie antitumorali.

 

Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

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