Uva sempre meno redditizia: siate vigili, efficienti, razionali e prendete decisioni collettive

Carolina Cruz, presidente di UVANOVA, descrive tutte le difficoltà che i viticoltori sono chiamati ad affrontare

da Redazione uvadatavola.com

Carolina Cruz, presidente dell’associazione cilena UVANOVA, offre su freshfruitportal delle riflessioni molto interessanti sul comparto viticolo cileno. Riflessioni che potrebbero offrire degli input anche al comparto italiano.

I cambiamenti che il settore dell’uva da tavola ha subito negli ultimi anni sono stati vertiginosi e hanno messo alla prova tutta l’esperienza e la competenza dei produttori, dei tecnici e dell’intera filiera legata all’esportazione di questo frutto.

 

Redditività

Integrare nuove varietà associando migliori tecniche produttive è stato, per noi cileni, a dir poco necessario, considerando che la redditività delle uve è fortemente colpita dall’aumento dei costi di produzione.

Abbiamo dovuto rapidamente testare le nuove varietà, comprendere se esse tolleravano le nostre condizioni pedoclimatiche, valutare il post-raccolta del frutto e la risposta dei mercati di destinazione.

Cambiamenti climatici e siccità

Altri problemi sono sorti, come gli effetti del cambiamento climatico. Tra tutte la siccità, che colpisce il Cile da più di dieci anni e rappresenta un problema molto grave. A causa della scarsità di acqua le aree vitate, in Cile, sono in forte diminuzione, soprattutto nella zona centro-settentrionale. Inoltre negli areali del Sud i vigneti sono stati sostituiti da ciliegi e noci.

Altri aspetti, sempre legati a clima, come piogge fuori stagione, gelate, riduzione delle ore di freddo e ondate di calore hanno costretto i viticoltori cileni a proteggere le produzioni.

Ad oggi ogni impianto di uva da tavola deve prevedere l’adozione:

  • di strutture atte a preventive i fattori climatici avversi,
  • misure efficaci per il controllo e la gestione delle acque irrigue e
  • sistemi di conduzione che facilitino il lavoro degli operai agricoli.

Le piogge che si sono verificate la scorsa stagione hanno lasciato segni e danni profondi in questo settore.

La pandemia

La pandemia ha anche imposto cambiamenti come lo sviluppo e l’adozione di procedure igienico-sanitarie volte a proteggere il personale in campo. Allo stesso tempo ha fatto fiorire nuove forme di marketing e comunicazione. Anche l’andamento del consumo di alcuni frutti, riconosciuti per il loro più alto contenuto di vitamina C, ha influenzato la domanda di uva.

Problemi con i trasporti

La mancanza di personale nei porti – sia per il carico che per lo scarico a destinazione – ha contribuito ad allungare i tempi di viaggio delle merci, riportando così delle ricadute sulla conservazione del prodotto in post-raccolta.

Stiamo vivendo tempi molto complessi e, sebbene ogni epoca porti con sé delle sfide, possiamo dire che oggi siamo chiamati a gestire una sfida che non ha precedenti.

Tutto cambia. Bisogna rivedere la logistica delle esportazioni, gestire la bassa disponibilità dei container e l’aumento dei costi hanno messo persino in dubbio l’esportazione di uva in alcuni Paesi con un consumo interno significativo.

Proprio perché ci sono queste problematiche il mio messaggio ai produttori è di offrire la massima cura del pre e post-raccolta. È un dato di fatto che i tempi di transito quest’anno saranno maggiori, quindi l’ordine, la disciplina e la tecnica non dovranno mancare mai nelle decisioni aziendali. Il rispetto delle programmazioni – precedentemente concordate – fa parte della fiducia nel rapporto tra venditore e acquirente.

È più che mai necessario far capire ai nostri acquirenti che oggi i costi di produzione stanno lievitando a vista d’occhio: non solo in Cile e non solo nel business dell’uva da tavola; ma anche nella frutticoltura in generale. L’aumento dei costi è anche associato all’aumento del prezzo della manodopera, dei materiali di imballaggio, dei trasporti, dei servizi e delle forniture.

Tutto ciò ci impone di essere vigili, prendere decisioni ponderate e collettive. Dobbiamo essere efficienti nel nostro lavoro e praticare un’eccellente gestione del prodotto in post-raccolta. Questo punto, infatti, è un passaggio che deve essere pianificato oggi per i prossimi 100 anni.

Come è cominciata questa nuova stagione

La stagione attuale è cominciata con un germogliamento abbondante e uniforme, oltre che con un’elevata disponibilità di grappoli; che ci permetterà di selezionare solo i migliori. Finora registriamo un ritardo tra i sette ei dieci giorni rispetto alla stagione precedente.

Dobbiamo fare tesoro di tutti gli insegnamenti che l’anno passato ci ha fornito. Dobbiamo capire che a volte abbandonare il frutto sulla pianta è più conveniente rispetto a forzare un prodotto che non soddisferà gli standard di qualità e le condizioni richieste dai mercati.

Il Cile possiede una storia e cultura attorno all’uva da tavola, non crolleremo, questo è il nostro modo di vivere, è esattamente ciò che ci impegniamo a perfezionare di anno in anno. Saremo in grado di affrontare e superare anche questa congiuntura. Let’s go grapes!!!

Traduzione e adattamento: Teresa Manuzzi
©uvadatavola.com

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