Uve precoci in Puglia: un’altra anomala annata

Dopo lo sguardo di un produttore, con Giovanni Nanna - responsabile qualità in campo per “Lilla e Giuliani srl”, approfondiamo l'andamento della stagione 2023 delle uve precoci in Puglia

da uvadatavoladmin
uve precoci stagione 2023 puglia

La stagione 2023 dell’uva da tavola in Puglia è ormai entrata nel vivo. Nell’attesa di scoprire l’andamento produttivo e commerciale delle varietà tardive, nell’ultimo numero del magazine – presto in uscita, abbiamo tracciato un primo bilancio della stagione delle uve precoci.

Quella 2023 per l’uva da tavola in Puglia si presenta come un’annata anomala. Tra cambiamenti climatici e volumi produttivi in calo, infatti, la stagione delle uve precoci pugliese, iniziata nei primi giorni di luglio, si è caratterizzata per difficoltà legate alle piogge e qualità messa spesso a dura prova. A offrire un’analisi sul tema Giovanni Nanna, responsabile qualità in campo per “Lilla e Giuliani srl”, azienda agricola attiva fin dagli anni ‘70 nella produzione e commercializzazione di frutta e verdura, esportati in tutta Europa.

Parliamo della stagione delle uve precoci di quest’anno: come è andata?

La stagione delle uve precoci non è ancora finita, però è partita bene specialmente per le uve coperte con film plastici. In questo caso, infatti, fatta eccezione per qualche infezione di P. viticola, agente di peronospora, riscontrata in corrispondenza del “canaletto”, la qualità del prodotto non è stata intaccata. Verso la fine di luglio, però, a causa delle elevate temperature registrate, abbiamo riscontrato alcuni problemi di tenuta del prodotto. Nel complesso comunque sia nel caso di varietà seedless, che con semi, la produzione è stata regolare.

Foglie seccate con precedente attacco di peronosporauve precoci

Foglie seccate con precedente attacco di peronospora

L’estate 2023 sarà ricordata per gli eventi climatici estremi che l’hanno caratterizzata sin dal mese di maggio. Ma quanto questi hanno inciso sull’andamento della stagione?

Non poco: le anomalie climatiche registrate, specialmente nel caso di varietà precoci come Millennium o Vittoria, hanno compromesso le fioriture, determinando un’elevata percentuale di impallinatura dei grappoli. Un aspetto che, in molti casi, ha portato i produttori a vendere il prodotto così come si è presentato: i costi della manodopera determinati dalle operazioni di acinellatura, infatti, non avrebbero consentito loro un ritorno economico adeguato. Diversamente, laddove il periodo di fioritura non è coinciso con quello segnato dalle piogge, il prodotto ottenuto si è rivelato di ottimo livello e di migliore qualità.
Accanto a questo, una problematica non secondaria – scaturita proprio dalle piogge – è stata la presenza di peronospora in vigneto. A tal proposito, però, occorre fare una distinzione: nei vigneti non dotati di film plastici, l’infezione è stata maggiore, causando la perdita di gran parte del prodotto. Al contrario, nel caso di vigneti con film plastici e in cui si è seguita una corretta gestione agronomica, i problemi sono stati quasi nulli.

Guardando ai mercati, invece, qual è la fotografia della stagione?

Arra13 con peronospora larvata

Sicuramente le varietà senza semi godono di un canale di vendita ormai assicurato, soprattutto nei mercati del Nord Europa, come Germania e Austria, dove la richiesta è alta e il prodotto si vende agevolmente.
Nel complesso, comunque l’annata 2023 non può dirsi migliore dell’anno scorso: i volumi produttivi più bassi hanno sì favorito un leggero aumento dei prezzi di vendita, ma dal punto di vista qualitativo la sfida è stata ardua. In annate difficili come quelle degli ultimi anni, ciò che fa effettivamente la differenza sul mercato tra un prodotto e l’altro è proprio la qualità. Per questo solo chi è riuscito a garantire la qualità, attraverso una gestione agronomica specializzata e attenta, oltre che in grado poi di soddisfare le richieste della grande distribuzione, ha giovato di risultati superiori alla media. Lo stiamo imparando anno dopo anno: è proprio nelle annate difficili che si deve fare la differenza.

Concludendo, quale sarà l’obiettivo del futuro?

La stagione dell’uva da tavola non è ancora finita e, anzi, per molte varietà il traguardo è ancora lontano. Una cosa, però, è certa: dobbiamo puntare sulla qualità. E per farlo, sarà indispensabile unire le forze, ritornando a quelle tecniche agronomiche di spuntatura e di gestione della nutrizione necessarie, integrandole ai principi di sostenibilità cui l’agricoltura, e la viticoltura da tavola, sono sempre più chiamate.

 

Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com

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