Il clima caldo e asciutto di quest’anno ha determinato un anticipo di due settimane sulla raccolta delle uve in Puglia e Sicilia. Ora, a stagione ormai conclusa, nell’Isola è tempo di tirare le somme e, sebbene il bilancio si confermi positivo, due consapevolezze sembrano emergere: da un lato, le uve tardive non sono più tardive; dall’altro, l’evidente perdita di una finestra commerciale – come quella finale – ricca di possibilità.
Nata nel 1993 nel cuore della Sicilia viticola, a Mazzarrone (CT), da più di 40 anni la famiglia Novello si dedica alla produzione e alla vendita dell’uva da tavola. Dall’avvio dell’attività con nonno Salvatore, l’azienda è cresciuta nel tempo fino a dar vita a una grande realtà organizzativa che, pur ispirandosi ai valori di una volta, ha saputo restare al passo coi tempi, abbracciando innovazioni e stravolgimenti di un comparto in continua evoluzione.
Con una superficie complessiva di quasi 120 ettari, l’azienda interessa oggi alcune zone dei comuni di Licodia Eubea, Acate, Chiaramonte Gulfi e Comiso. Dal punto di vista varietale, l’uva Italia rappresenta ancora il cavallo di battaglia della Novello & C., sebbene sia stata affiancata da diverse seedless che hanno ulteriormente arricchito l’offerta varietale. Sono state proprio queste ultime, d’altronde, a dettare la fase finale della stagione viticola 2024 che, tra aspettative superate e clima favorevole, sembra concludersi con un bilancio positivo. A darne conferma, le parole di Salvatore Novello che, insieme al cugino Giuseppe Cavallo, gestisce oggi l’intera azienda.
A proposito di varietà di uve tardive, come è andata la stagione in Sicilia?
Senza dubbio quest’anno le varietà tardive sono state poco tardive. Se, infatti, normalmente queste cultivar coprivano la finestra commerciale fino a dicembre, quest’anno sarà un traguardo arrivare a novembre con quel po’ di produzione che siamo riusciti a conservare nelle celle frigorifere.
A tal riguardo, quest’anno in Sicilia abbiamo sicuramente avuto una produzione perlopiù precoce o precocissima. Questo si deve a due fattori: da un lato, all’importante estirpazione di varietà tradizionali, alla quale non ha ancora fatto seguito una sostituzione con cultivar tardive; dall’altro, alla mancata resa delle uve tradizionali degli ultimi due anni. Inoltre, fatta eccezione per le coltivazioni in serra, l’annata 2024 si è caratterizzata per un anticipo di due settimane rispetto all’epoca di maturazione per cui – come si diceva – anche le varietà più tardive non si sono potute definire tali.
Dal punto di vista delle rese, come un po’ ci si aspettava, abbiamo registrato un calo rispetto alle varietà precoci, specie nel caso di uve Red Globe e Italia. A incidere, probabilmente, il mancato raggiungimento del fabbisogno in freddo e i troppi trattamenti effettuati l’anno scorso a causa dell’andamento climatico e del rischio peronospora.
Restando nell’ambito fitosanitario, quest’anno avete riscontrato problematiche?
Fortunatamente il clima caldo e asciutto ha evitato l’insorgenza di queste problematiche e, anzi, ha garantito una stagione abbastanza tranquilla per tutta la sua durata, fatto salvo l’ultimissimo periodo quando sono arrivate le piogge e alcune giornate di nebbia che tuttavia non hanno compromesso la produzione.
L’assenza di queste problematiche ha inevitabilmente favorito la qualità finale delle uve che infatti sono risultate eccellenti da vedere e da mangiare, prive di danni esteriori e caratterizzate da un elevato contenuto zuccherino.
Elementi che hanno permesso anche di giocarsi al meglio la partita sul mercato.
Ovviamente: la minore disponibilità di prodotto, congiuntamente alla qualità finale delle uve, si è rivelata decisiva dal punto di vista commerciale. Se però l’anno scorso ne hanno approfittato più i pugliesi, quest’anno è stata la Sicilia a sapersi inserire in maniera strategica sul mercato. Bisogna comunque evidenziare che l’anticipo della maturazione e l’inserimento in una finestra commerciale “inedita” ha completamente stravolto il quadro tradizionale. Inoltre, quest’anno si è avvertita la mancanza di frutta estiva che in qualche modo è stata sapientemente superata con l’arrivo dell’uva da tavola in netto anticipo sulla tabella di marcia. Il che, oltre ad avvantaggiare le varietà precoci, ha portato beneficio anche a quelle tardive: la qualità elevata delle primizie, infatti, ha fatto sì che ci fosse una richiesta di uva maggiore e continuativa, che – grazie all’arrivo anticipato delle seconde – a sua volta ha permesso non solo di soddisfare la domanda, ma anche di mantenere prezzi costanti e una presenza attiva sul mercato.
Tirando le somme, dunque, il bilancio della stagione delle uve tardive 2024 può dirsi positivo.
Certamente ha superato ogni aspettativa, specie se guardiamo gli anni precedenti. Solo due anni fa qualcuno pensava che per l’uva da tavola ormai il destino fosse segnato e invece oggi le fotografie del comparto dicono tutt’altro. Senza dubbio in questo discorso non si può tralasciare la questione varietale: negli ultimi anni, le cultivar più tradizionali hanno mostrato il loro lato peggiore, mentre quelle senza semi e soprattutto quelle a maturazione tardiva hanno conquistato fette sempre più ampie di consumatori, favorendo un incremento della domanda. Domanda che – tra l’altro – non può dirsi ancora soddisfatta dall’offerta attuale, sebbene stia continuando a crescere. E questo anche in un territorio come la Sicilia, dove comunque la tradizione delle uve con seme è ancora ben radicata. In realtà, l’andamento della stagione 2024 potrebbe rappresentare una svolta per il comparto dell’uva da tavola dell’Isola: l’andamento climatico cui si assiste da tempo ha determinato un anticipo di tutta la produzione viticola siciliana, permettendo da un lato di arrivare per primi sul mercato in una finestra precedentemente scoperta e dall’altro di strizzare l’occhio a nuovi sviluppi, allargando il calendario di produzione e offrendo nuove varietà al momento non ancora introdotte. D’altronde, la Sicilia risente un ritardo strutturale e solo adesso stanno arrivando varietà brevettate che lasciano ipotizzare un rinnovamento varietale da qui ai prossimi anni.
Saper sfruttare questi elementi e vivere occasioni come LUV, la prima fiera dedicata all’uva da tavola in cui siamo stati protagonisti e abbiamo potuto far conoscere la realtà viticola siciliana, ci fa ben sperare. Il comparto dell’uva da tavola è un’eccellenza e riuscire a mantenere la leadership attuale, aprendosi al cambiamento e all’innovazione, deve essere l’obiettivo di oggi e del prossimo futuro.
Ilaria De Marinis
©uvadatavola.com